Attualismo (filosofia)

L'attualismo è una forma di idealismo sviluppata da Giovanni Gentile ed evolutasi dalla dialettica di contrastanti correnti (che pur fioriscono da una comune visione del mondo): l'idealismo trascendentale di Immanuel Kant e l'idealismo assoluto di Georg Hegel.

Umberto Boccioni, Stati d'animo III: Quelli che restano, olio su tela (1911), espressione tipicamente futurista di un incessante dinamismo, analogo al perenne divenire dell'attualismo, tanto da procurare a Gentile l'appellativo di «teologo del futurismo».[1]
  1. ^ Definizione presente in Augusto del Noce, Idee per l'interpretazione del fascismo, sulla rivista «L'Ordine Civile», II, n. 8 (1960), pp. 15-18 (riedito in Il suicidio della rivoluzione, Milano, Rusconi, 1992, p. 350), ma risalente già a Mario Vinciguerra, che l'aveva usata però con toni denigratori (Un quarto di secolo, Torino, Gobetti, 1925, p. 31), oltre che a Benedetto Croce (Storia d'Italia dal 1871 al 1915 [1928], Roma-Bari, Laterza, 1985, p. 312).
    Sulla contiguità tra futurismo e attualismo, rimarcata tra gli altri da Gramsci (cfr. Salvatore Natoli, Giovanni Gentile filosofo europeo, pag. 97, Torino, Bollati Boringhieri, 1989), cfr. anche Fabio Vander, L'estetizzazione della politica, pp. 43 e 121, Bari, Edizioni Dedalo, 2001.

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